Bonifiche

La bonifica di un sito contaminato è un processo complesso e articolato. Gruppo ITQ mette a tua disposizione un team altamente qualificato in grado di offrirti consulenza ed accompagnarti nelle diverse fasi previste dalla normativa vigente. Ti offriamo le migliori e più moderne tecnologie di intervento, risolutive, ad un costo sostenibile ed a basso impatto ambientale. Gli interventi di biorisanamento vengono, laddove possibile, eseguiti in situ, senza rimuovere la matrice coinvolta, eliminando o attenuando i più diffusi contaminanti.

Le tipologie di contaminazione risolvibili con sistemi di biorisanamento coincidono con gli scenari più frequenti di inquinamento di terreni e falde, ovvero idrocarburi, solventi clorurati, metalli ed altri contaminanti di natura organica. In questo caso, oltre alla messa in sicurezza, è possibile la totale bonifica dell’area, agendo direttamente sulla sorgente di contaminazione, che viene detossificata attraverso l’azione di microrganismi sia naturalmente presenti, sia inoculando colonie batteriche appositamente selezionate in laboratorio. Attenzione! Per i metalli non è applicabile.

Le nostre attività

L’amianto è un minerale noto per le sue caratteristiche chimico-fisiche: Flessibilità, resistenza
al calore, resistenza alla corrosione; per questo è stato ampiamente utilizzato in edilizia, sia
civile che industriale, nei mezzi di trasporto, nell’ impiantistica, nelle centrali tecnologiche e nella
componentistica di elettrodomestici.
Nello specifico l’amianto a matrice friabile è stato utilizzato in materiali isolanti,
coibentazioni di forni e caldaie, intonaci, pavimenti, rivestimenti, collanti, guarnizioni e
materiali di attrito. Questa tipologia di bonifica è la forma più complessa, in quanto a
differenza della bonifica da amianto compatto, il rischio di dispersione di fibre
contenenti amianto è molto più elevato.

Le procedure conformi al D.M. 6 Settembre 1994 e s. m. ed i. attraverso le quali si articola una bonifica possono essere cosi sintetizzate:
1. Redazione di specifico Piano di Lavoro da presentare alla competente ATS (art. 256 del D. Lgs. 81/2008), completo dei certificati analitici rilasciati da laboratorio effettuati sui campionamenti massivi dei materiali contenenti amianto;
2. Realizzazione di confinamento dinamico costituito da doppio telo di polietilene, con accesso all’area attraverso unità di decontaminazione del personale;
3. Messa in depressione del confinamento statico mediante estrattori d’aria e filtrazione Hepa (confinamento dinamico);
4. Campionamenti d’aria, con restituzione in MOCF, effettuati prima, durante ed al termine dei lavori;
5. Collaudo da parte della ATS del confinamento statico dinamico mediante prova fumi;
6. Rimozione e bonifica dei materiali contenenti amianto con le metodiche previste dal D.M. 6 Settembre 1994 e s. m. ed i.;
7. lspezione visiva da parte dell’Organico di Vigilanza e campionamenti d’aria con restituzione in SEM ai fini del rilascio della Certificazione di Restituibilità.

Ogni regola viene rispettata, ogni difficoltà viene affrontata e ogni emergenza viene gestita con
prontezza e lucidità. Mettiamo al primo posto la salute e la sicurezza di chi lavora e di chi vive
intorno ai cantieri. I manufatti più comuni classificati come materiali da costruzione
contenenti amianto a matrice compatta, sono le lastre ondulate di copertura, le lastre lisce di
tamponatura, canne fumarie e tubazioni di scarico, serbatoi idrici, pavimenti vinilici, acquedotti.

Le procedure conformi al D.M. 6 settembre 1994 e s. m. ed i. attraverso le quali si articola una bonifica, possono essere cosl sintetizzate:
1. Redazione di specifico Piano di Lavoro da presentare alla competente ATS (art. 256 del D. Lgs. 81/2008), completo dei certificati analitici rilasciati da laboratorio effettuati sui campionamenti massivi dei materiali contenenti amianto;
2. Installazione unità di decontaminazione del personale;
3. Campionamenti d’aria di decontaminazione del personale;
4. Rimozione bonifica dei materiali contenenti amianto con le metodiche previste dal D.M. 6 Settembre 1994 e s. m. ed i.

I nostri settori di intervento interessano sia i siti produttivi, sia le aree industriali dismesse, dove
spesso, specie prima dell’entrata in vigore delle norme ricomprese e integrate dal D. Lgs
152/06, sussistono condizioni di decontaminazione pregresse che si estendono ai terreni, falde
acquifere ed impianti in genere.

Interventi di messa in sicurezza di emergenza
Hanno lo scopo della rimozione e/o isolamento provvisorio delle fonti inquinanti sia nel caso di rilasci accidentali nell’ambiente, sia con funzione di contenere momentaneamente la propagazione nell’ambiente dell’ inquinante.

La messa in sicurezza di emergenza pue essere sintetizzata nelle seguenti attività:
– Rimozione dei rifiuti, svuotamento vasche di raccolta liquidi e dei terreni interessati;
– Copertura impermeabile temporanea dei terreni contaminati al fine di evitare il dilavamento e la veicolazione ad azione delle acque meteoriche.

Interventi di bonifica
Hanno lo scopo di eliminare la contaminazione per il ripristino del sito.
Della bonifica definitiva fanno parte:
– Rimozione e smaltimento dei rifiuti (fonte primaria) e dei terreni più contaminati (fonte secondaria) presso impianti di smaltimento o di recupero;
– In alternativa, messa in sicurezza permanente mediante cinturazioni perimetrali, barriere o diaframmi verticali e orizzontali al fine di isolare in modo permanente le fonti inquinanti;
– Trattamento dei terreni insaturi in sito mediante biotecnologie, tecniche innovative e
in continua evoluzione;
– Trattamento delle acque di falda in sito o on site.

Gli interventi sono rivolti al recupero dei volumi della discarica, al recupero energetico
(biogas) della frazione ancora biodegradabile, al recupero e riciclo di materiali e al
ripristino di condizioni di sicurezza ambientale, attuabili in funzione delle caratteristiche del
sito.

Cinturazioni perimetrali, drenaggi, captazione e recupero dei biogas, capping e ripristini
morfologici mediante riporto di terreno vegetale e piantumazioni con specie vegetali in
funzione delle caratteristiche del sito.

Grazie alle competenze dei nostri collaboratori, possiamo offrire un supporto tecnico d’eccellenza, proponendo e valutando la fattibilità di interventi in situ ed ex situ.

Il biorisanamento è un insieme di tecnologie di bonifica basate sull’azione di microrganismi
naturalmente presenti nell’ambiente, che opportunamente stimolati riescono a degradare e
detossificare le sostanze inquinanti, utilizzandole come fonte di nutrimento.

Gli interventi di biorisanamento, il più delle volte sono eseguiti in situ, senza rimuovere la
matrice inquinata e risultano risolutivi per i più diffusi contaminanti ambientali. Le tipologie di contaminazione risolvibili con sistemi di biorisanamento coincidono con gli scenari più frequenti di inquinamento di terreni e falde, ovvero idrocarburi, solventi clorurati, metalli ed altri contaminanti di natura organica.

In questo caso, oltre alla messa in sicurezza è possibile la bonifica totale
dell’area, agendo direttamente sulla sorgente di contaminazione, che viene detossificata
attraverso il potenziamento dell’azione dei microrganismi autoctoni, o l’inoculazione..

Un serbatoio inutilizzato deve essere preferibilmente dismesso previa rimozione dei residui, o
se questo non è possibile per impedimenti locali come ad esempio vicinanza a sottoservizi o
problemi strutturali, deve essere messo in sicurezza permanentemente al fine di garantire la
tutela delle matrici ambientali.


Per dismissione s’intende l’esclusione definitiva del serbatoio dal ciclo produttivo e
l’esecuzione di tutte le pratiche amministrative da presentare agli enti competenti. Il serbatoio
dismesso va messo in sicurezza fino alla rimozione, all’eventuale diverso utilizzo o alla messa in
sicurezza permanente. ad opera di azienda qualificata. La messa in sicurezza temporanea è, quindi, una fase transitoria che può durare al massimo 12 mesi, qualora la rimozione non fosse fattibile, il serbatoio dismesso va messo in sicurezza permanente.

Dismissione con rimozione
• Verifica dell’integrità del serbatoio
• Rimozione dei fondami e pulizia interna del serbatoio
• Gas free (eliminazione previa verifica della presenza di tutti i gas nocivi)
• Rimozione del serbatoio ed annesse strutture e manufatti
• Campionamenti su pareti e fondo scavo
• Smaltimento del serbatoio e dei rifiuti prodotti
• Riempimento dello scavo con materiale di riporto certificato e ripristino dello stato dei luoghi
• Relazione di fine Iavori

Dismissione con messa in sicurezza temporanea
• Verifica dell’integrità del serbatoio
• Rimozione dei fondami e pulizia interna del serbatoio
• Gas free (eliminazione previa verifica della presenza di tutti i gas nocivi)
• Messa in sicurezza temporanea
• Campionamenti su pareti e fondo scavo
• Previsione delle ulteriori azioni che si intendono adottare allo scadere dei termini di messa in
sicurezza temporanea
• Relazione di fine Iavori

Dismissione con messa in sicurezza definitiva
• Verifica dell’integrità del serbatoio
• Rimozione dei fondami e pulizia interna del serbatoio
• Gas free(eliminazione previa verifica della
presenza di tutti i gas nocivi)
• Asseverazione dell’impossibilità alla rimozione
• Accertamenti e/o indagini ambientali
• Operazioni di messa in sicurezza
• Relazione di fine Iavori

Il ballast, pietrisco impiegato per le massicciate ferroviarie, è stato ricavato anche dalla
frantumazione delle cosiddette rocce serpentinitiche, presenti nell’arco alpino e appenninico. Le rocce serpentinitiche contengono vene sottili di fibre di due tipi di minerali, il crisotilo e la tremolite, entrambi annoverati tra i minerali della serie degli asbesti di cui è stato vietato l’utilizzo a causa della ormai accertata pericolosità per la salute.

Le fibre, se liberate nell’aria, possono essere altamente nocive, per tale motivo sono necessari adeguati controlli sulle rocce utilizzate e sulle pratiche necessarie per mantenerne intatta la
consistenza. In Italia sono numerose le tratte ferroviarie potenzialmente interessate e diverse le situazioni di emergenza che hanno condotto a segnalare la pericolosità del materiale derivante proprio da quest’uso specifico. La pericolosità, infatti, è tanto maggiore quanto più alta è la dispersione delle fibre derivanti da sgretolamento e deterioramento del materiale contenente amianto.

Il rischio di dispersione nell’aria, nel terreno e, in generale nell’ambiente, di tali fibre aumenta in conseguenza delle attività umane, tra le quali, anche le attività di bonifica se non eseguite con particolari cautele e nel rispetto di procedure specifiche.

Caratterizzazione di aree industriali dismesse mediante campagne di accertamento dello stato delle componenti ambientali (suolo e falda) e di individuazione delle sorgenti di contaminazione con l’esecuzione di sondaggi meccanici, perforazioni esplorative, installazioni di piezometri, prelievo ed analisi di campioni, piani di caratterizzazione ai sensi del
D.Lgs.152/06.

Valutazione rischio amianto
Censimento dei materiali contenenti amianto presenti aII’Interno di degli edifici industriati, civili e delle aree dismesse, sia a scopi propedeutici l’attività di demolizione o ristrutturazione
(art. 248 D.Lgs. 81), sia ai fini della valutazione del rischio amianto (D.M. 6 Settembre 1994).